“LA GRECIA, MADRE DELLA DEMOCRAZIA“, poesia di Luigi Visciglia |
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martedì 11 ottobre 2016 09:38 |
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LA GRECIA, MADRE DELLA DEMOCRAZIA 10 Ottobre 2016
Atene! Rosa profumata di democrazia. Codro, ultimo re di Atene, sacrificandosi con eroico valore. 624 a.C. Sboccia il fiore della democrazia, come un bimbo dal piede malfermo, nasce la Repubblica Ateniese. Nove arconti governano Atene: governo dei pochi sui più, oligarchia. Fra lotte e liti sorge l’Agorà, incontro per il libero pensiero. Il saggio Dracone redige un codice: le Leggi Draconiane. Gli squilibri sociali portatori di fame, discriminazioni, indebitamenti fino alla schiavitù umana. 594 a.C. La cultura greca umanizza l’uomo. Solone riordina la vita sociale. Primo atto, la cancellazione delle ipoteche fondiarie; abolisce la servitù della gleba; rende liberi quelli che sono caduti in servitù, perché impossibilitati a pagare; divide i cittadini in base al reddito. Pericle il progressista attivò le libertà democratiche in Atene e non fu mai sorpassato nell’antichità, grande legislatore di libertà e diritti umani. Socrate, cittadino e non suddito dell’universo. Platone dialogò la dottrina dello Stato ideale. La cultura ateniese è stata sinonimo di saggezza e dignità umana. XXI secolo Lontana, dimenticata, ignorata è la politica e cultura ateniese. Dimenticando il passato hanno distrutto il futuro. Involuzione. Lentamente, i diritti civili vengono cancellati da uno Stato leviatico e disumano che ha basato il suo potere sul clientelismo: assunzioni in massa nell’apparato statale e parastatale dei suoi accoliti, fedelissimi nel votarli. Aumento smisurato dei tributi, con indebitamento sociale. Nella società dei falliti, le banche vendono cartaccia, gli adulti giocano, l’Equitalia ipoteca, il tribunale vende all’asta. Onesti lavoratori, padri di famiglia, da un giorno all’altro si ritrovano con la casa, sacrificio di una vita, pignorata e la disperazione li assale. Lentamente, la povertà inaridisce il tessuto sociale, sertificando le illusioni future. Ovunque domina la cultura della raccomandazione e dell’intrallazzo, anche per i lavori più umili e faticosi serve essere amico dell’amico. Le elezioni sono ridotte ad una farsa, tanto che svolgerle è semplicemente inutile. L’Agorà è deserta, i pensieri lottizzati. Flebile grida dei diseredati e non ascoltati. Madre natura, dalle viscere della terra, invoca disperata il nome di suo figlio: “Solone! Solone! Solone!”
Luigi Visciglia
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COMUNICATO STAMPA
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