Il 27 gennaio ricorre la “giornata mondiale della memoria”, questa a ricordare una pagina , forse dovrei dire LA PAGINA, più triste e drammatica che la storia ricordi e della quale prova profonda vergogna, anche se non sempre si impara dagli errori visto quanto sta succedendo oggi…..si combatte nel nome di un DIO che forse vorrebbe altro da noi…
Marco Ansaldo, cronista di “Repubblica”, ha trascorso mesi nel grande archivio di Bad Arolsen, in Assia, Germania orientale, alla ricerca di carte personali, di dossier e di schede dettagliate degli “ospiti”, per così dire, dei campi di concentramento nazisti.. ma soprattutto del Totenbuch, il registro dei morti del lager di Buchenwald. Ne è uscito un libro sorprendente, coraggioso, duro e aspro, certamente non ci troveremo di fronte ad una lettura agevole, ma essenziale anzi fondamentale , per la nostra crescita morale. Con pazienza certosina e una forte volontà , ha dato voce a pile di documenti stipati negli schedari d’acciaio degli archivi. Questi narrano con estrema precisione quello che accadde agli ebrei, ai politici, agli omosessuali e agli zingari braccati e catturati dai nazisti. Ma chi era l’italiano della Schindler’s List che dà il titolo al libro? Era Schulim Vogelmann, ebreo fiorentino di origine polacca, maestro tipografo deportato da Milano ad Auschwitz. E’ l’unico italiano dei 1117 salvati dall’industriale nazista tedesco,la famosa lista di Shindler (vicenda resa nota dal film di Steven Spielberg). L’autore del libro ha scovato le schede di Primo Levi (“A distanza di 40 anni – scrisse nel suo I sommersi e i salvati - il mio tatuaggio è diventato parte del mio corpo”, un tormento che non l’avrebbe più lasciato). Marco Ansaldo consegnando la documentazione raccolta negli archivi, nelle mani di Boris Pahor, scrittore sloveno, ha assistito all’incredulità di quest’ultimo nel leggere quanto i nazisti avevano annotato su di lui, persino la dentatura: un ponte e una corona. Questo libro ci mostra un quadro molto chiaro e dettagliato delle vicissitudini personali di molti personaggi illustri. Nell’archivio ha trovato, tra i tanti, lo stringato dossier di Irène Némirovsky , che poco prima di essere portata via riesce a scrivere il suo ultimo, straziante, biglietto: “Giovedì mattina. Mio amato, mie piccole adorate. Credo che partiremo oggi. Coraggio e speranza. Siete nel mio cuore, miei diletti. Che Dio ci aiuti tutti.” Muore di tifo un mese dopo. Ho trovato molto toccante quella che è la storia di Mafalda di Savoia, figlia del re Vittorio Emanuele III, pagine molto belle ed intense con un epilogo straziante. Dietrich Bonhoeffer, il grande teologo che partecipò all’attentato contro Hitler e fu impiccato, pregava e rincuorava i compagni sul patibolo. L’ammiraglio Canaris, il potente capo dei servizi segreti hitleriani, strangolato con una corda di pianoforte a Flossenburg. E poi….. una ragazzina che ha commosso intere generazioni in tutto il mondo (me compresa…forse sarà stato il primo libro letto sull’argomento, a dirla tutta ero molto piccola e devo l’amore della lettura se non tutto in buona parte a lei) con il suo Diario, Anna Frank. Il documento che la riguarda è glaciale: “Frank, Annelies Marie Sara. Nata il 12 giugno a Francoforte. Residente ad Amsterdam, in piazza Mervede 37, secondo piano. Nubile...”. Per chi desidera acquistare e leggere il libro vi anticipo che si ritroverà a leggere le vicissitudini di moltri altri personaggi uno per tutti Mike Bongiorno….anche lui negli archivi.
Il falsario italiano di Schindler. I segreti dell’ultimo archivio nazista, 2012, Rizzoli, pp. 280, 18,00€
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