“1794. Parigi ha solo notti senza luna. Marat, Robespierre e Saint-Just sono morti, ma c’è chi giura di averli visti all’ospedale di Bicêtre. Un uomo in maschera si aggira sui tetti: è l’Ammazzaincredibili, eroe dei quartieri popolari, difensore della plebe rivoluzionaria, ieri temuta e oggi umiliata, schiacciata da un nuovo potere. Dicono che sia un italiano. Orde di uomini bizzarri riempiono le strade, scritte enigmatiche compaiono sui muri e una forza invisibile condiziona i destini, in città e nei remoti boschi dell’Alvernia. Qualcuno la chiama “fluido”, qualcun altro Volontà. Guarda, figliolo: un giorno tutta questa controrivoluzione sarà tua. Ma è meglio cominciare dall’inizio. Anzi: dal giorno in cui Luigi Capeto incontrò Madama Ghigliottina”
Grazie a questo romanzo ho fatto la conoscenza dei famigerati Wu Ming. Un gruppo di scrittori, questo, che si oppone da sempre alla formula Scrittore-Divo. Attirato da titolo, mi sono ritrovato a vagare per la Francia messa a ferro e fuoco dalla Rivoluzione Francese. Devo ammettere di essermi ritrovato spiazzato e, allo stesso tempo, compiaciuto dal Il genio dei Wu Ming. Il testo riporta gli eventi visti, e amaramente vissuti, dagli occhi del popolo, cosa assolutamente nuova, in un certo qual modo addirittura assurda, niente a che vedere con la Rivoluzione Francese letta sui libri scolastici. Nonostante sia un romanzo scritto da più mani, con un lavoro di ricerca mastodontico alle spalle, quello che impressiona è la linearità del racconto. A entrare in scena sono più personaggi, tutti diversi tra loro e non legati, in apparenza, da un filo conduttore, caratteristiche queste che costringono il lettore a valutare più punti di vista riguardanti una stessa situazione, la rivoluzione francese appunto, ascoltando considerazioni che arrivano da campane differenti. È la prima volta che leggo un romanzo scritto da più autori. La prima impressione, naturalmente, era rivolta agli stili di scrittura degli stessi che avrebbero dovuto, a mio avviso, rendere meno omogeneo e lineare tutto il contesto. Questo non accade. Si notano, certamente, i cambi di stile nel corso della lettura ma il tutto è svolto senza creare problemi al lettore, libero di seguire la storia senza intoppi. In definitiva, L’armata dei sonnambuli dei Wu Ming è un libro assolutamente da leggere e gustare. Vi ritroverete a vedere, e vivere, con occhi diversi uno dei periodi storici forse più dibattuti e opinati della storia moderna dell’uomo.
Fonte: https://armandolazzarano.altervista.org/
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