“In una limpida giornata di fine estate, la famiglia Creed si trasferisce in un tranquillo sobborgo residenziale di una cittadina del Maine. Non lontano dalla loro casa, al centro di una radura, sorge Pet Sematary, il cimitero dei cuccioli, un luogo dove i ragazzi del circondario, secondo un’antica consuetudine, usano seppellire i propri animaletti. Ma ben presto la serena esistenza dei Creed viene sconvolta da una serie di episodi inquietanti e dall’improvviso ridestarsi di forze oscure e malefiche”
Un romanzo, questo, di certo difficile da dimenticare. La vicenda contenuta all’interno di Pet Sematary alterna, con una fluidità disarmante, momenti di vita quotidiana a risvolti che fanno letteralmente accapponare la pelle. È uno di quei libri che rientra a pieno titolo in quel genere horror che oggigiorno è fin troppo sfruttato. Lo stile King non si discute: diretto, semplice, pieno di aforismi e, a tratti, composto anche da ilarità. Quest’ultima caratteristica è capace di sviare, in un primo momento, il lettore che, proprio in questi momenti di distensione, si ritrova a sobbalzare sul divano causa scena successiva, che arriva senza alcun preavviso, riportando il testo al suo genere d’appartenenza. I personaggi sono curati quanto basta per capire chi si ha davanti, una caratteristica che, in tutta sincerità, preferisco, perché permette al lettore d’immaginare e ricrearsi questi come meglio crede, senza costrizioni causate da descrizioni troppo accurate. Pet Sematary rientra di diritto in quella categoria di romanzi che, in momenti in cui non possiamo dedicarci alla lettura del nostro prezioso libro, fa pensare: non vedo l’ora di continuare per vedere come va a finire. Quest’ultimo aspetto è reso possibile dalla maestria dell’autore nel non interrompere mai l’intreccio con l’inserimento, come già accennato, di descrizioni o salti temporali troppo invadenti. Su quest’ultimo punto, Stephen King è stato un maestro. Lo scrittore americano ha permesso al lettore, grazie a dialoghi accurati, di seguire il percorso di vita, antecedente alla vicenda che si svolge all’interno di queste pagine, dei protagonisti con una semplicità disarmante. È assolutamente un libro da leggere, privo di quella burocrazia letteraria, cosa che da sempre contraddistingue il lavoro di quello che è considerato il Re dell’horror, capace di coinvolgere il lettore dal primo all’ultimo rigo senza mai appesantire né annoiare.
(fonte: https://armandolazzarano.altervista.org )
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